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Dr. Giuseppe Cocca
🥦Il crudismo per molti, anche momentaneo, nel senso che si può sperimentare su se stessi per un determinato periodo, come detossinante/disintossicante. Diventerà filosofia di vita con consapevolezza quasi spontaneamente metabolizzata. Altrimenti rischia di diventare una sterile "iscrizione" ad una associazione per mero istinto modaiolo. 🥦
Quando parliamo di gusti alimentari è importante tenere presente che abbiamo un doppio condizionamento: biologico, legato alla nostra specie che ci fa godere di frutta e ortaggi, frutta secca dolce, semi oleosi ecc.; culturale, che ci fa apprezzare e godere di tutte le elaborazioni culinarie legate allo svezzamento, alla storia della nostra famiglia, del nostro paese, della nostra regione, della nostra patria.
Un modello alimentare troppo orientato al condizionamento culturale, anche se nel breve periodo dà piacere e appagamento, nel lungo periodo può creare sofferenza alle nostre cellule e causare stati di debolezza e malattia.
Il potere delle abitudini
In una discussione sulle diete, mia madre mi rispose piccata: “Ma abbiamo sempre mangiato così!”.
Come esseri umani siamo abbastanza abitudinari. Molte volte confondiamo le abitudini alimentari con le nostre esigenze o bisogni nutritivi.
Per avere una vaga idea di come sono cambiate le nostre abitudini in soli quindici anni, basta ricordare una vecchia pubblicità di una ditta che commercializza prodotti surgelati.
Una ragazza sta scendendo dal pullman. “Perché sei cosi felice?”, le domanda l’autista. “Stasera mamma mi prepara la pasta al forno.”
Risponde la ragazza. “Ma oggi non è domenica.” Precisa l’autista.
“Sì, ma è pasta al forno, si prepara in 5 minuti!”, conclude lei.
Questa pubblicità offre alcuni punti di riflessione:
una volta alcune preparazioni culinarie erano caratteristicamente associate solo ai giorni festivi;
lo stile alimentare della popolazione italiana e dei paesi industrializzati e non, è sicuramente cambiato negli ultimi decenni; la pubblicità ha influenzato notevolmente le scelte alimentari della popolazione, soprattutto quella “occidentale”, nell’ultimo mezzo secolo; consideriamo pasto “normale/quotidiano”, ciò che una volta era solo cibo della festa; se mangiamo tutti i giorni quello che una volta era considerato cibo della domenica, la domenica si è costretti a mangiare cibo delle grandi festività, continuando in una spirale senza fine; un amico una volta mi disse che su un papiro egiziano datato 2000 a.C. era scritto: “ Un terzo di ciò che si mangia serve a vivere, gli altri due terzi a far vivere i medici.”
GiuseppeCocca/GiardinodeiLibri
Il dr. Burkitt affermava che “l’uomo moderno si sta scavando la fossa con i propri denti”.
Con alimentazione “culturale”, possiamo intendere le regole che abbiamo
appreso riguardo all’alimentazione: sono le convinzioni che abbiamo sul cibo.
Eccone alcuni esempi:
la carne è importante per gli aminoacidi essenziali, fa crescere e dà forza, la pasta dà energia e sostiene, le uova fanno aumentare il colesterolo, il pranzo (vero) è composto da primo secondo contorno e frutta (convinzione che sta andando in disuso). I grassi fanno ingrassare,
non bisogna eccedere con le calorie; le calorie fanno ingrassare; fare almeno tre pasti al giorno e 2/4 spuntini; per crescere si ha bisogno di carne ecc.
Le regole, i condizionamenti culturali che abbiamo appreso e/o subito influenzano il nostro rapporto con il cibo e il nostro metabolismo.
Il concetto di caloria (come metafora di energia contenuta nel cibo), le convinzioni sulle proteine cosiddette nobili e sul fabbisogno proteico giornaliero, la stessa definizione di cibo sono condizionamenti culturali rispetto al cibo, che influenzano in modo non funzionale il nostro rapporto con esso. *tratto da: La vita é cruda. Dr. Giuseppe Cocca
Il crudo è servito per acquistare prodotti del dr. Cocca, scrivi a [email protected]